Una delle forme di spiritualità più antiche del genere umano è l’animismo.
L’animismo prevede che, oltre agli esseri viventi, anche tutti gli oggetti e i fenomeni naturali siano dotati di un’anima, di un principio vitale. Anche se la scienza nega che l’animismo abbia un fondamento, la maggior parte delle persone “ci crede”, anche se solo a livello inconscio. Ci sono persone che parlano con la loro macchina, o con il loro computer. Ci sono persone che conferiscono agli oggetti una volontà propria, dicendo, ad esempio “la radio non ne vuole sapere di ricevere quella stazione”. Le persone si aspettano che gli oggetti, almeno quelli più complicati, si comportino in modo “intelligente”, o almeno “intelligibile”; il paragone è con gli animali domestici: il comportamento di un cane, ad esempio, può essere a volte misterioso, ma il più delle volte riusciamo a capire i motivi che lo spingono a compiere certe azioni.
La tecnologia moderna ha aumentato molto questa condizione, spingendola tuttavia sempre verso un livello meno cosciente: cinquant’anni fa un telefono era solo una specie di tubo per la voce, mentre ora ci aspettiamo che ci si possa giocare, scrivere, disegnare, fare i conti… e sì, anche parlare.
Tutto questo per dire che, magari, da un orologio ci si aspetta che faccia qualcosa di più che indicare l’ora. Che abbia una qualche funzione “intelligente”, una forma di pensiero. Che possa interagire con ciò che lo circonda…
Ispirato da Rob Faludi
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