domenica 18 dicembre 2011

Purtroppo, nessuno può farsi raccontare cos'è Matrix. Devi vederlo di persona.

Lo sviluppo dei prodotti Thingk procede a pieno ritmo e alla fine di queste giornate piene di fatiche, ma anche di grandi soddisfazioni, ci fermiamo a chiacchierare tra noi, circondati dai nostri prodotti.
Proprio oggi, ad un certo punto ci siamo guardati attorno ed eravamo pieni di oggetti che improvvisamente si accendevano svelando un’illuminazione strana, come quelli che vedete nella foto qui sopra.

Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse.

Per un attimo, ci siamo fatti suggestionare dall'idea che Thingk stesse svelando Matrix, ma poi abbiamo pensato ad una delle frasi più famose del film, "The future isn't User friendly", e ci siamo detti che no, non era possibile, perché col nostro lavoro in Thingk vogliamo un mondo che vada addirittura oltre l'user friendly, vogliamo un mondo popolato di Natural User Interface.




Ci siamo guardati negli occhi, sollevati, e ce ne siamo andati a casa: per oggi, abbiamo lavorato abbastanza!

martedì 29 novembre 2011

Thingk al corso di Factory@Everywhere


Tempo fa siamo stati contattati da Stefano Maffei, docente del corso Factory@everywhere alla facoltà di Design al Politecnico di Milano: ci ha proposto di presentare la realtà di Thingk all'interno del suo corso, tutto dedicato al tema dell'autoproduzione (o DIY per i più anglofoni) e della fabbricazione avanzata. Il dibattito che ne è scaturito è stato molto interessante: si vede che il mondo del DIY e del fabbing, a cui noi di Thingk siamo molto vicini, sta crescendo sempre di più e nei prossimi anni diventerà una realtà davvero importante. Manca poco perché ciò avvenga: secondo noi, manca un prodotto di grande successo, open, bello quanto quelli chiusi, con le stesse funzionalità dei prodotti chiusi. Manca quello che è stato Firefox per il software open source: un prodotto in grado di sfidare i prodotti chiusi (Explorer) sul piano delle caratteristiche tecniche e della qualità, un prodotto che renda visibile la realtà open al mondo e che la faccia finalmente emergere in tutta la sua forza. Come dicevamo, però, manca appunto poco: giusto il tempo che manca all'uscita dei prodotti Thingk ;)

lunedì 24 ottobre 2011

Predire il Passato







Nell’ambito dell’Interaction Design, si indica con Natural User Interface (NUI) una interfaccia utente che è completamente invisibile ai suoi utenti. La parola “naturale” è usata perché la maggior parte dei prodotti usa dispositivi di controllo artificiale il cui funzionamento deve essere appreso. Una NUI è rivolta ad un utente in grado di effettuare movimenti relativamente naturali, azioni e gesti che devono controllare le funzionalità del dispositivo. La principale caratteristica di una NUI è la mancanza di tasti fisici.


Nel 2008, durante la presentazione della conferenza “Predicting the Past”, August de los Reyes descrisse la NUI come “la prossima fase evolutiva dopo il passaggio dall'interfaccia a riga di comando(CLI) all’interfaccia grafica utente (GUI)”. Nella CLI, gli utenti dovevano utilizzare un mezzo artificiale per immettere i dati, la tastiera, e usare una serie di input in codice con una sintassi rigorosa, ricevendo i dati in uscita sotto forma di testo scritto. In seguito, quando venne introdotto il mouse e l’interfaccia grafica, gli utenti potevano più facilmente interagire con il sistema attraverso i movimenti del mouse, permettendo di lavorare maggiormente con contesti ad oggetti e con il contenuto attivo visualizzato sullo schermo. Come si può notare la GUI è di più facile utilizzo, anche per i meno esperti di computer, rispetto alla CLI. Inoltre, non richiede competenze avanzate, e ciò ha permesso alla massa di avvicinarsi all'utilizzo del computer, facendone diventare un mezzo di largo e facile uso, a differenza dei primi anni '80, il cui utilizzo era riservato ad una piccola nicchia ed elite d'utenti.


La NUI consente agli utenti di manipolare i contenuti in modo ancora più diretto, usando movimenti più naturali, azioni e gesti. Poiché la NUI è così veloce da imparare, l’aggettivo “intuitivo” viene usato da molti per descrivere come gli utenti interagiscono con esso.


Secondo Nick Wingfield, del Wall Street Journal, “una nuova ondata di prodotti è destinata ad essere dotata di interfacce naturali utente, dispositivi elettronici rivolti a un pubblico sempre più ampio”. Noi di Thingk siamo d’accordo con lui e per questo siamo convinti sostenitori delle NUI, anche nei nostri prodotti.



Le informazioni e le immagini riportate in questo post sono prese da Wikipedia. Sempre sia lodato Jimmy Wales





lunedì 17 ottobre 2011

Animismo

Una delle forme di spiritualità più antiche del genere umano è l’animismo.
L’animismo prevede che, oltre agli esseri viventi, anche tutti gli oggetti e i fenomeni naturali siano dotati di un’anima, di un principio vitale. Anche se la scienza nega che l’animismo abbia un fondamento, la maggior parte delle persone “ci crede”, anche se solo a livello inconscio. Ci sono persone che parlano con la loro macchina, o con il loro computer. Ci sono persone che conferiscono agli oggetti una volontà propria, dicendo, ad esempio “la radio non ne vuole sapere di ricevere quella stazione”. Le persone si aspettano che gli oggetti, almeno quelli più complicati, si comportino in modo “intelligente”, o almeno “intelligibile”; il paragone è con gli animali domestici: il comportamento di un cane, ad esempio, può essere a volte misterioso, ma il più delle volte riusciamo a capire i motivi che lo spingono a compiere certe azioni.

La tecnologia moderna ha aumentato molto questa condizione, spingendola tuttavia sempre verso un livello meno cosciente: cinquant’anni fa un telefono era solo una specie di tubo per la voce, mentre ora ci aspettiamo che ci si possa giocare, scrivere, disegnare, fare i conti… e sì, anche parlare.

Tutto questo per dire che, magari, da un orologio ci si aspetta che faccia qualcosa di più che indicare l’ora. Che abbia una qualche funzione “intelligente”, una forma di pensiero. Che possa interagire con ciò che lo circonda…

Ispirato da Rob Faludi

giovedì 6 ottobre 2011

E ora, il logo.

In attesa di proporvi i primi dettagli sui nostri prodotti, completo la storia del nostro nome e del logo, iniziata con il post precedente.

Nelle nostre intenzioni, la marca doveva richiamare l’attenzione sul fatto che il nome della società è l’unione di thing e think, dunque abbiamo ricercato soluzioni che evidenziassero la parte finale del nome, gk. Queste sono alcune bozze:








Il punto debole di queste prime bozze consisteva nella mancanza di un’icona, un pittogramma.
Dopo vari tentativi, abbiamo notato che la gk della prima bozza, se girata in verticale, ricordava un omino. Ancora meglio, un omino con la clava (ricordate il nostro manifesto? Noi siamo i nuovi uomini con la clava, e la nostra clava è l’ironia).
A questo punto, mescolando il tema “thin” siamo arrivati a questo risultato:


Le lettere sono a metà, per evidenziare che il nome è per metà thing e per metà think.

Per sembrare davvero un uomo, però, al marchio mancava la testa: detto, fatto.

Oltretutto, il simbolo messo in orizzontale, ricorda anche la pista di una PCB, e questo è molto geek, come piace a noi ;)

sabato 24 settembre 2011

Nomen Omen

In attesa di proporvi i primi dettagli sui nostri prodotti, penso che sia una buona idea raccontarvi l’origine del nome della nostra società e del suo logo. Dividerò questo racconto in due post.
Stay tuned!


Siamo partiti dai valori chiave del nostro progetto emersi durante quella bevuta tra amici di cui vi abbiamo raccontato nel primo post di questo blog. Abbiamo cercato fin da subito un nome inglese usando però termini e parole ben conosciuti, in modo che chiunque con una conoscenza basilare della lingua potesse capirne il significato. Le idee alla base del nostro progetto (design, made in italy, open hardware, innovazione, high tech, ecc.) erano però troppe per essere tutte identificabili dal nome, quindi abbiamo scelto di concentrarci solo su alcune: abbiamo scelto di spingere sull’innovazione e l’intelligenza dei nostri prodotti, perché secondo noi è ciò che più ci contraddistinguerà dalle altre produzioni italiane. A questo punto, abbiamo scritto numerose parole legate al concetto di oggetti intelligenti, ad alto contenuto tecnologico e ci siamo ritrovati con questi termini:


smart, thing, intelligent, innovation, think, hi-tech, object, tool, cool, product


Quindi abbiamo pensato a possibili combinazioni, a giochi di parole e alla fine abbiamo ristretto la scelta a tre candidati:


thingk

innovathing

tcool


Il primo nome giocava sul concetto di cose intelligenti, pensanti, il secondo sull’innovazione, rivolta al mondo degli oggetti, il terzo sul concetto di oggetti belli, interessanti. Tcool è stato scartato, perché un pò fuori focus rispetto al nostro obiettivo di spingere su innovazione e intelligenza dei prodotti. La scelta tra gli altri due è stata faticosa, ma alla fine abbiamo scelto thingk perché è un nome più breve e particolare, quindi in grado di rimanere visibile nella mente di tutti. Inoltre, la pronuncia (thin - g- key) ricorda anche la parola geek :) Infine, la parte iniziale "thin", sottile, è un elemento essenziale del design ad alto contenuto tecnologico.


Ecco quindi il nostro nome: thingk, l’unione di thing e think, cose che pensano, in grado di interagire intelligentemente con noi.

domenica 11 settembre 2011

Il nostro manifesto

Noi siamo perché pensiamo.
Noi siamo stufi degli oggetti stupidi, dei pezzi inanimati, dei prodotti monofunzione.
Noi crediamo nell’eleganza e nella bellezza.
Noi siamo le idee che condividiamo, non quelle che teniamo segrete.
Noi vogliamo l’interazione intelligente con tutto ciò che ci circonda, perché questo è il nostro modo di vivere: veloce, mutevole, parallelo.
Noi siamo estremi, ma disponibili ad ascoltare.
Noi crediamo che la società del lavoro sia finita. Noi crediamo che sia iniziata la società dell’interazione.
Noi siamo l’evoluzione della specie. Noi siamo i nuovi uomini con la clava e la nostra clava è l’ironia.
Noi siamo immersi nella tecnologia, ma non ne siamo schiavi, ne siamo gli interpreti.
Noi siamo quelli a cui dicono "Smettila di sognare ad occhi aperti". Noi siamo quelli che rispondono "Mi hai detto di smettere di respirare".
Noi siamo orgogliosi del nostro passato, ma crediamo e pensiamo e viviamo nel futuro.
Noi siamo in costante mutamento, perché la capacità di prendere la forma del nostro tempo è ciò che ci caratterizza.
Noi siamo una massa, non un’élite. Può non sembrare, perché siamo diffusi, non concentrati.
Bisogna guardarci dall’alto per capirci.
Noi vorremmo un solo epitaffio: "Hanno tutto il diritto di insegnare, perché hanno passato tutta la vita ad imparare"..

sabato 3 settembre 2011

Coming Soon

Oggi 3 settembre 2011 siamo orgogliosi di annunciare la creazione di Thin-gk.
Ma che cos’è Thin-gk?
Thin-gk è un esperimento folle, che ci è venuto voglia di fare davanti ad una birra (ok, più di una).
Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti:
"Milano è la capitale del design!"
"Sì, ma del design d’arredamento, tipo mobili, tavoli, divani, niente di tecnologico"
"Che intendi per tecnologico? Apple?"
"No, non volevo scomodare zio Steve… Intendevo qualcosa tipo Oregon Scientific, Lacie, Casio: immaginate se ci fosse una società italiana a sviluppare prodotti del genere, immaginate quanto sarebbero belli!"
"Sì, ma in Italia manca la capacità di innovazione, manca il know how tecnologico!"
"Ma non è vero! Guarda che Arduino è una realtà italiana… e quando la Olivetti era al massimo della sua forza faceva dei prodotti bellissimi!"
"Ok allora facciamolo noi!"
"Ok!"
"Però, c’è un problema: servono un sacco di soldi per brevettare i prodotti… e poi servono un sacco di soldi per difenderli…"
"Ma chi li vuole i brevetti! I brevetti, le licenze e il diritto d’autore sono superati, fanno parte del mondo antico… qui c’è internet, c’è l’open source, siamo nell’era della condivisione, dell’interazione! Facciamo come Linux, facciamo come Arduino, anzi andiamo ancora oltre! Facciamo tutto open source, non solo il software, non solo l’hardware, ma anche la parte meccanica!"
"Fico! Ci inseriamo nel mercato più protetto da brevetti al mondo, quello del design, con prodotti open… è abbastanza folle per piacermi!"
"Sì ci sto anche io, ma solo se facciamo prodotti intelligenti…"
"Sì, anch’io… sono stufo delle cose stupide, che non pensano… l’internet delle cose è alle porte, ogni cosa attorno a noi deve interagire con noi…"
"Ok, d’accordo.. andata allora?"
"Andata"
"Brindiamo alle cose che pensano, allora!"
"Brindiamo!"
Ecco, questo è Thin-gk: una società di design, italiana, che vuole fare prodotti belli e intelligenti, in grado di pensare e interagire con noi, una società che vuole superare la barriera cliente-fornitore, che vuole promuovere lo scambio di idee. Mano a mano che lo sviluppo dei nostri prodotti andrà avanti, aggiorneremo questo blog: seguiteci!

- GKrew